Quando mi sono resa conto che al solo sentire la parola “tempo” venivo presa dal pensiero di non averne mai abbastanza per tutto quello che dovevo fare, ho deciso che dovevo trovare una soluzione, dovevo fermarmi davvero ad osservare come usavo il mio tempo e vedere se potevo migliorare qualcosa.
Ti suona familiare? Capita anche a te?
Sei anche tu di quelle che vorrebbero che le giornate fossero di 50 ore invece che di 24 per riuscire a farci stare dentro tutto quello che devi fare e poi vorresti altri giorni in cui la notte fosse lunghissima perché sei esausta e vorresti solo riposare?
Tranquilla, non sei da sola!
E, se questo può essere consolante, credo comunque che la consolazione del mal comune mezzo gaudio, non sia tanto efficace, piuttosto, se vuoi, ti svelo che cosa mi ha aiutato a fronteggiare meglio la dimensione del tempo e a non vivere con la sensazione di non averne abbastanza.
In questo percorso ho avuto diversi aiuti, te li svelo a uno a uno, non è nulla di magico, ma magari può esserti utile!
Il primo aiuto l’ho ricevuto da un vecchio amico ritrovato, un po’ rotto, non più tanto “alla moda”, ma funzionante, un orologio che, quando ero ancora al liceo, mi aveva regalato mia nonna.
Erano ormai tantissimi anni che non lo usavo, tanto per guardare che ore sono c’è sempre il telefono.
Quando ero piccola, gli orologi mi piacevano tantissimo e ho sempre usato l’orologio per tutto il periodo in cui andavo a scuola, oltre a piacermi esteticamente, l’orologio mi serviva a controllare quanto mancava alla fine della lezione…e a vedere se rischiavio di essere interrogata o, se per quel giorno, potevo rilassarmi!
Poi è arrivato un momento in cui volevo sentirmi libera, non che non lo fossi, ma quell’essere libera che non ha orari, che segue le proprie inclinazioni, sempre e comunque, mi sembrava che il mio orologio al polso fosse una costrizione e l’ho abbandonato in un cassetto, neanche nella mia stanza in affitto da studentessa, ma a casa dei miei genitori, così non poteva disturbarmi.
Negli anni l’ho usato qualche volta lavorando, ma sempre con grandi resistenze, poi, in uno di quei giorni in cui avrei desiderato dilatare il tempo, ho pensato al senso di tranquillità che mi dava il mio orologio, non solo perché mi diceva se rischiavo l’interrogazione oppure no, ma perché mi permetteva di vedere realmente lo scorrere della giornata, mi aiutava a scandire il ritmo, a rendere il mio tempo più prevedibile e quindi rassicurante.
Ho deciso di provare, in un momento in cui non rischiavo interrogazioni improvvise e non aspettavo con ansia il suono della campanella, avrei indossato il mio orologio per un po’ e poi avrei potuto decidere se vedere lo scorrere delle ore al mio polso poteva aiutarmi o no.
Ti chiedi com’è andata?
Ecco che cosa ho ottenuto:
- Non ho sempre in mano il telefono per vedere che ore sono e così non uso la scusa dell’ora per mettermi a leggere mail o guardare fb o siti che mi interessano in momenti in cui devo stare concentrata a fare altro (e guadagno tantissimo tempo).
- Buttare un occhio al mio orologio spesso mi chiarisce che sono in perfetto orario nella tabella di marcia che mi sono prefissata, a volte mi è capitato di non guardare l’ora per paura di aver accumulato un disastroso ritardo e poi di essermi accorta che non era vero. Adesso controllo, mi risparmio dei bei mal di stomaco e, se sono davvero fuori tempo, trovo prima il modo per rimettermi in carreggiata.
- Se dico alle mie figlie:” tra dieci minuti andiamo via dal parco”, è facile che protestino chiedendo minuti in più che poi non riescono nemmeno a quantificare, non sanno immaginarsi il concetto astratto di dieci minuti, ma se dico “quando la lancetta arriva qui (e indico dove deve arrivare la lancetta dei minuti) andiamo“, è più facile, perché riescono a farsi un’idea più concreta del tempo e le proteste sono decisamente minori (c’è anche stato un momento in cui giravo con il timer nella borsa, ma poi si rompeva sempre e questa cosa di spiegare concretamente lo scorrere del tempo alle bambine diventava costosa).
Insomma, se guardo anche solo questi tre aspetti, posso dire che un oggetto che mi sembrava una costrizione, mi ha in realtà regalato del tempo che non pensavo di avere…
E tu che rapporto hai con il tuo orologio?
Se vuoi raccontamelo qui sotto, la prossima settimana di parlo di un altro aiuto che ho sperimentato nella mia lotta contro il tempo!